Friday, February 23, 2007

I-LOVE-YOU - Capitolo 13

Stamattina, mentre mi truccavo per andare a lavoro, ho visto dallo specchio la porta chiusa della seconda camera da letto di casa mia e qualcosa nella testa mi si è acceso.
E' una camera che non mi serve, che uso più che altro per riporre i mobili vecchi, le cianfrusaglie.
Ho pensato di farne una stanzetta per Castity.
Ovviamente noi dormiremmo insieme, in camera mia.
Ma comunque penso che sarà contenta, sì, sarà contenta di avere una camera sua, dove poter sentire la musica, giocare ai videogiochi...
Ed io potrei uscire dal lavoro, stasera, ed andare in qualche negozio a cercare una carta da pareti gialla, come quella che ha in camera sua.
E potrei anche arredarla un pò, ad esempio.
Su una parete potrei mettere tutta una serie di librerie, così che lei possa metterci tutti i suoi dvd, tutte le sue cassette.
Eppoi...eppoi...
Oh, chissà come sarebbe contenta...

I-LOVE-YOU - Capitolo 14

Ho mandato un messaggio, ieri sera, a tutti i miei migliori amici o presunti tali.
Quelli che, negli anni, mi hanno incredibilmente incensito.
Quelli che, negli anni, hanno pianto sulla mia spalla abbracciandomi e sbavando.
Un semplice invito ad uscire, senza una destinazione precisa.
Nient'altro.
L'ho mandato a tutti, sia alle ragazze che mi massaggiavano la schiena, sia ai ragazzi con cui giocavo ai videogiochi fino all'alba, all'alba dell'era dei videogiochi su compact disc.
L' ho mandato a tutti quelli che non vedo da anni, ma che per anni ho rintracciato al telefono, ho baciato per le strade piene di gente del natale, ho amato unilateralmente.
E poi ho aspettato.
Lavato di tutto punto con un bagnoschiuma alla vaniglia, mi sono seduto sul divano, ho acceso la TV ed ho messo il cellulare sul mobiletto di legno, vicino alla lampada rosa.

Mi sono addormentato alle tre, con il lieve brusio di una pubblicità di telefono erotico ad illuminarmi e la bavuccia alla bocca.
Nessuno mi ha risposto.

I-LOVE-YOU - Capitolo 15

-"La sua ragazza che taglia porta?"
-"Ah, non so...sa com'è, è da poco che stiamo insieme..."
-"E' minuta? Oppure è un pò in carne?....senza offesa, eh?"
-"Minuta. Sì, minuta. E' piccola e bianca di carnagione...Sembra una bambolina di porcellana..."
-"Oh, Mia nonna me le regalava sempre, quando andavo da lei da piccola. Viveva in campagna, con le mucche e i maiali ed ogni anno io andavo da lei, in vacanza. Mi piacevano molto, le bambole di porcellana, quando ero piccola. Mi sembravano vere, e mi facevo delle gran chiacchierate, facendo finta che mi rispondessero. Ad alcuni fanno paura....La sua ragazza fa paura?"
-"Sì, in un certo senso, sì. E' lei è tutta contenta, di questa sua bellezza inquietante. E' fanatica dell'horror, la mia ragazza."
-"Ah, anche a me piacciono, i film horror. Come si chiama?"
-"Luigi."
-"AHAHAHAH! No, la sua bambolina di porcellana.."
-"Ahah! Mi scusi....si chiama Castità!"
-"Davvero? Che nome strano..."
-"I suoi sono molto credenti...Avete per caso uno di quei vestitini estivi?....A lei piacciono molto...Anche d'autunno li indossa, tenendoli sopra le magliette a maniche lunghe...Una volta, ne ha macchiato uno di caffè ed ha pianto per una settimana...E' una ragazza molto emotiva..."
-"Mhm...deve esserne molto innamorato, vero? Quando ne parla, ha gli occhi brillanti..."
-"Oggi ho dormito poco. Forse sono brillanti per quello..."
-"Ahahahah! Non si intimidisca! E' una cosa così carina! Ah, come vorrei che il mio ragazzo fosse più sensibile...E' una tale capra!"
-"Ehm...mi può dare anche uno di quei cappellini di paglia. Starebbe bene accompagnato da questo vestito, non trova?"
-"Sì...le faccio un pacchettino con tutti e due? Vedrà la sua ragazza come sarà contenta, quando tornerà a casa..."
-"Adesso lei è via. Tornerà (ehm) tra qualche giorno..."
-"Ah, allora è una sorpresa!"
-"Sì, è una sorpresa....ok....allora, beh, allora buona giornata!"
-"Buona giornata, signore. E grazie!"

I-LOVE-YOU - Capitolo 16

Non so di preciso per quale motivo, ma sto tirando pugni al muro.
E non pugnetti del cazzo.
Cazzoti, maritozzi, con tutta la forza che ho in corpo, accompagnando con tutto il corpo il moviemto del braccio, ansimando di rabbia repressa e fatica.
Così forti che il muro rimbomba e sanguina.
Non so di preciso qual'è la sensazione che sento, ma so solo che mi fa stare male.
L'altra sera, sul pullman che mi riporta ogni giorno a casa, ho visto due ragazzi che ridevano e si baciavano.
Erano davanti a me.
Ed io per tutto il tragitto ho dovuto assistere al loro orrendo treatrino, facendo finta di leggere.
Sperando che se ne andassero.
Sperando che morissero.
Non so di preciso la ragione che mi spinge a tanto, ma urlo.
E piango.
Ed mi accortoccio per terra, con la schiena appoggiata al muro.
Al muro che piange con me le sue lacrime di sangue.

I-LOVE-YOU - Capitolo 17

Penso frequentemente a come le persone tradiscono.
E non sto parlando ovviamente del barbaro sessualismo che la parola "tradimento" comunemente balugina nelle menti degli stolti.
Parlo di persone comuni.
Di quelle che vedi che infestano i palazzi, le città ed infettano l'aria.
Delle persone più banali, quelle che hanno il ragazzo o la ragazza, il lavoro o una discreta disoccupazione felice.
Mi riferisco a loro.
Alle persone che ti dimenticano.
Alle persone che non si sentono in colpa.
Alle persone che governano il mondo.
Ognuna di loro mi ha tradito, ha tradito la fiducia che avevo di questo mondo.
Ha spezzato il mio cuore, ha succhiato il mio cervello.
Io penso a loro.
Io maledico loro, perchè è l'unica cosa che riesco a fare ora.
Invece di dormire.

I-LOVE-YOU - Capitolo 18

Cara Castity.
Scusami se, da quando ti sei dichiarata a me con quel video, ti ho scritto poco ed in maniera antipatica.
Ma devi sapere che da quel giorno io non me la sono passata tanto bene.
Ho fatto molte cose stupide, per cercare di non pensare a te.
Ti ho tante volte insultato, urlando al cielo tutto il mio rancore, tutta la rabbia che avevo in corpo.
Perchè ero spaventato.
Perchè pensavo che tutto lo spettacolino che avevi inscenato, "I-LOVE-YOU" e palle varie, fosse tutta una farsa, tutto un macchinoso pesce d'aprile.
Perchè, diciamo la verità, tu ti sei presa sempre un pò gioco di me.
Ad esempio con quella storia dei fantasmi che ti parlano....

Credevi fossi così stupido da crederci?
Credevi fossi così stupido da credere che una bella ragazza come te possa realmente essere innamorata di uno stronzo insulso come me?
Credevi fossi già pronto ad accogliere il tuo sederino coreano nella mia umile dimora solo per un video in cui sei sporca di sangue finto e mi inviti piangendo ad appoggiare la mia mano sopra la tua?

La verità, la scomoda verità che ho fatto fatica ad ammettere per tutto questo tempo, la mesta verità che per un mese mi ha fatto dormire una media di quattro ore a notte è che tu sei la persona più importante della mia vita.
L'unica che ha pianto con me in una chat microfonata, durante il mio primo compleanno da solo.
L'unica che ha contato con me i secondi che mancavano all'anno nuovo, l'anno scorso, fregandosene dei fusi orari.
L'unica che sa a memoria ogni poesia che ho scritto.
E l'unica che ha mai avuto voglia di leggerle.
L'unica che mi ha dato ancora un barlume di speranza.

Ti amo, Castity.
Ti ho sempre amata.
Ho già preparato la tua camera, ti ho già comprato un mucchio di vestitini, di quelli che adori.
Perchè pensare a te è l'unica cosa che mi rende felice.
Ormai il mio appartamento, la mia intera vita, è piena di te, anche se tu non ci sei.
E le pareti respirano, aspettando frementi il tuo arrivo.

I-LOVE-YOU - Capitolo 19

Non credo in Dio.
Castity l'ha sempre saputo.
Mi sembra una cosa stupida, perchè Dio è un frutto dell'intelletto dell'uomo.
Un personaggio di fantasia.
Come l'Uomo Ragno.
O Heidi.
Sarebbe bello se nel mondo esistessero davvero obbiedienti alla parola di Heidi.
Gli Heidiani.

Castity è molto cattolica.
Ma è cattolica in una strana maniera.
Adora vestirsi da Madonna, farsi foto vestita da Madonna e ritoccarle con photoshop per poi spedirle in giro.
Anche io, essendo il suo fidanzato, ne ho una.
Mi ha detto che è una di quelle venute meglio.
Nella mia foto, ha le braccia aperte, rivolte verso un punto lontano a destra, ed indossa una tunica marrone.
La sua bocca è aperta, ma senza forza.
Gli occhi socchiusi.
Quasi come fosse dolorante.
Quasi come fosse implorante.
E la foto è modificata in modo tale da risultare solare ed oscura insieme.
E alcuni pixel grigi dello sfondo nuvoloso entrano negli intermezzi delle dita, facendo notare la faciloneria di base dell'artista.
E' forse una delle cose che amo più di lei.
La sua faciloneria, la sua totale mancanza di cura per i dettagli.
Per i dettagli di una foto e anche per i dettagli dell'esistenza.

Quella foto la porto sempre con me.
Anche oggi, che presenzio al processo aziendale contro di me.

"Non puoi entrare in ufficio truccato come Alice Cooper!"
"Non puoi metterti il collare!"
"Chi scrive in inglese sui miei soldi? Cosa vuol dire 'SHUT THE HELL UP'?"

Mi dicono che rischio di essere licenziato.
Mi dcono che mi vogliono bene e che vogliono comprendere quello che mi sta succedendo.
Io, sogghignando sardonicamente, penso a Castity che mi ama.
E che mi protegge implorante, da dentro il mio portafoglio.

I-LOVE-YOU - Capitolo 20

Ad un tratto, ieri mattina, mentre stavo aspettando sulla banchina la metropolitana che mi porta ogni giorno a lavoro, ho sentito una mano prendermi per mano.
Una mano piccola, morbida e calda all'interno e gelata e liscia all'esterno.
Ed un pollice che mi accarezzava il dorso.
Potevo portarmi quella mano a lavoro, e riporla nel mio armadietto privato.
Ma ho deciso, come se fossi solo una marionetta nelle mani di un volere feticista più grande, di portarmela a casa, ripercorrendo all'indietro la strada per il mio inferno quotidiano.
Correndo per le scale, per prendere in tempo il treno, che era appena arrivato dalla sponda opposta.
Prendendo il pullman che passa dal mio quartiere.
Camminando per il viale che porta al mio tre locali + bagno + gatto.
Sempre senza voltarmi, per non farmi portare via la mia Euridice.
Sempre senza parlare, per evitare che la sua voce accrescesse la mia illusione.
Ed entrati in casa, lei ha lasciato la presa ed io mi sono voltato, per guardarla.
E la mano che ho portato incolume fuori dall'inferno mi salutava dolcemente, mentre un viso, contratto in una smorfia di sorriso e pianto, cercava di mettere insieme un paio di parole in una lingua inventata.
Inventata da noi.

Ieri sera ho pianto tutta la notte.
E Castity piangeva con me, nello stesso letto in cui la sera prima piangevo da solo.
Ma le nostre lacrime non erano di tristezza.
Erano di gioia.
Perchè per tutta la vita io e Castity siamo stati feti.
Ed ora condividevamo una vita in due.

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I-LOVE-YOU - Capitolo 9

Ultimamente dormo male.
E questo non è colpa di Castity, o meglio non direttamente.
So solo che sto nel letto, sdraiato, coperto dalla mia coperta con i fiori rosa di paile con gli occhi chiusi.
Ma non dormo per nulla.
Penso.

Durante il giorno, prendo anche molte camomille.
Cinque al giorno, al posto dei caffè.
E' ormai mia abitudine portare sempre con me dei filtri ed un bicchiere di carta, nel caso che io sia disperso in luogo demacchinettato.
Ma non succede niente.
In compenso è aumentato molto il mio bisogno di far pipì durante la notte.
E ciò mi fa imbestialire.

Quando penso, di notte, penso al fatto che sono una persona inutile.
E che nessuno mi ama.
A parte Castity.
E Ghoul.

I-LOVE-YOU - Capitolo 10

Ieri mi è arrivato un altro video di Castity, anche se non rispondo a nessuna delle sue lettere da settimane.
Nel video, c'è lei, in primissimo piano.
Il video è come al solito senza audio.

Come se fosse davvero un proseguimento dell'altro, ha ancora la bocca, il mento ed il vestito bianco rosso, completamente rosso.
La location, probabilmente camera sua, è sempre la stessa.
Carta da parati gialla, con scaffali stracolmi di DVD e cassette e locandine di film.
Il tramonto che entra dalla finestra è così avvolgente che fa sembrare il video tutto un frammento di ricordo.
E Castity tiene una mano bianca fissa sulla telecamera.
E piange, piange sul serio, ma sommessamente, con gli occhi rossi che mi sfidano ed il labbro tremolante, morso con orgoglio.

E non sono riuscito a non appoggiare la mia mano sulla sua, sporcando di ditate lo schemo del mio portatile nuovo.

Il video dura 2 ore.
Poi si interrompe.

Ho pianto abbracciando Ghoul per le restanti 22 ore della giornata.

I-LOVE-YOU - Capitolo 11

Ho dato un pò di mobili dei miei alla chiesa del mio quartiere.
Al prete ho detto che li do perchè mi frega dei poveri.
Ma in verità non mi importa di nulla.

Ho bisogno di avere spazio in casa, per poter costruire altri mobili.
I weekend sono troppi, in un anno, per essere contenuti in un tre locali + bagno.
Domani mi arrivano tre diverse versioni della libreria Billy.

Il prete mi ha anche benedetto, dicendomi che di giovinotti buoni come me non ne esistono più, al giorno d'oggi.
E, non pago, ha tentato di propinarmi un sermone sull'avarizia e l'individualismo della modernità.
Ma io l'ho fermato, prima che fosse troppo tardi, fingendo di avere un impegno importante.

I-LOVE-YOU - Capitolo 12

In penombra, all'angolo della stanza con la carta da parati gialla, Castity mangia.
Non la vedo in faccia, perchè è lontana dalla webcam.
Si sente il rumore di carne strappata dalle ossa.
Si sente il deglutire, accompagnato da finta foga, finta avidità.
Si vede la schiena piegata sul cibo, le braccia piegate verso l'esterno e le mani a ragno che tamburellano sul parquet.

Una visione davvero poco soddisfacente, per essere un file video da 1 mb.
Ma almeno questo si sente, al contrario degli altri.
E c'era con esso anche un breve messaggio nel solito maccheronissimo idioma della mangiatrice di pollo in penombra:

Forse penserai che sono scema.
Ma tu sei davvero importante per me.
Per fare questi video, io ci impiego tutta la giornata.
Scrivo uno straccio di sceneggiatura, mi trucco, accendo la webcam e la punto fissa verso di me.
E dietro l'obbiettivo sono vera, con il cuore pulsante dentro al petto

Spero che ti piacciano.
Spero che io ti piacca.
Spero che anche tu, almeno per un secondo al giorno, mi pensi.


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Tuesday, February 20, 2007

I-LOVE-YOU - Capitolo 5

I miei colleghi, seduti accanto a me, nell’aula caffè, ridono.
Paonazze sono le loro guance e rugosi i loro occhi, mentre con la mano destra tengono un bicchierino di plastica marrone contenente caffè di dubbia qualità.
Ed io li osservo, serio, mentre loro ridono.
Perchè ridono sempre e solo per volgarità gratuite, per umorismo facile.
Ed io non posso fare altro che prendere appunti sui loro comportamenti, sul loro modo di fare.

A volte, per addentrarmi meglio nelle loro primitive forme di società e per studiarli in maniera più approfondita, mi spalmo il corpo con il loro stesso fango e mimo il loro linguaggio.
Ma poi tutta la mia messinscena mi sembra priva di senso e, senza forza, mi faccio rifagogitare dalla disperazione.

Li invidio.
Nella loro completa stupidità sono così infantilmente sereni, mentre io invece sono mesto, mentre guardo il mondo senza filtri.

Oggi Castity mi ha mandato una nuova mail.
Nella mail c’è solo una foto.
I suoi occhi sorridono mentre soddisfatta mi mostra il suo portafogli di pelle, tenendolo con il pollice e l’indice della mano sinistra a coprire il naso e la bocca.
Nel vano di plastica trasparente del portafogli ci sono io.
Dentro un cuore disegnato.
La foto è una di quelle che postavo sul mio blog quando andavo nei locali e mi intrufolavo alle feste, in cerca di qualche nuovo amico.

Molto probabilmente si aspetta una risposta del tipo “Oh, come sei dolce! Adesso vengo lì in Corea e ti sposo seduta stante”.
Ma io ho altro a cui pensare.
Adesso devo portare fuori il mio gatto, Ghoul.
Poi devo fare i piatti ed andarmene a dormire.

I-LOVE-YOU - Capitolo 6

Ho iniziato a scrivere messaggi sui soldi, con il pennarellone rosso.
E' un hobby per non pensare solo a Castity per tutta la giornata.
Con il pennarello, vergo tutta la banconota di caratteri cubitali.
Ed il rumore quasi impercettibile che la punta provoca al contatto con la carta mi rilassa incredibilmente.
Scrivo frasi ad effetto.
Come "Ucciditi per la causa".
"Pronto alla sodomizzazione?"
"Bruciami!"
Roba simile.
Poi vado in giro per la città con il mio skate, in cerca di nuove panetterie da colonizzare.
E pago con un 5 euro appena sfornato dalla mia vena creativa.
E spero che ogni biglietto vada di mano in mano, adottato da dieci, cento, mille padroni diversi.

A volte, qualche garzone osserva i biglietti.
Poi osserva me, con aria indagatrice.
"C'è gente malata, nel mondo!", dico io, con disprezzo.
Perchè è vero.
Sono malato.

I-LOVE-YOU - Capitolo 7

Ho iniziato a mettere un collare.
Un collare bello, da cane feroce, di cuoio nero, ornato abbondantemente di spuntoni.
Lo tengo al collo otto ore al giorno, dalle 9 alle 18.
Poi a casa lo tolgo e porto fuori Ghoul.
E' un modo per non pensare solo a Castity per tutta la giornata.
Ed è anche un modo per dire ai miei colleghi di starmi lontano.
Già, perchè è tempo per me di affilare le armi.
Perchè sto iniziando una guerra.
Ed il mio nemico è il mondo intero.

I-LOVE-YOU - Capitolo 8

Ho scoperto che Castity è una fottuta malata di mente.
Mi ha mandato un'altra mail, ove mi racconta tutto di lei.
Perchè dice che io ho ragione e che lei ha sbagliato, a tenermi segreta tutta la sua vita.

Castity (mi ha scritto anche il suo nome vero, ma non lo ricordo adesso), mi ha scritto nella lunga lettera che riesce a vedere i fantasmi da quando era piccola.
E che qualche volta è riuscita anche a prevedere il futuro.
Anche le immani tragedie.
Aveva sogni orrendi tutte le notti, di morti atroci avvenute davvero da un capo all'altro del globo.
Ed aveva un quaderno in cui scriveva tutto, perchè aveva paura di raccontare a qualcuno in cosa consisteva il suo dono.
E andava piangere in bagno, quando i fantasmi le parlavano, alzando al massimo il volume della radio.
E vomitava, a volte.

Ma poi ha avuto un colpo di genio ed ha iniziato a sfruttare in modo calcolatore i suoi poteri, decidendo sulla vita e sulla morte di tutte le persone che si avvicinavano, anche furtivamente, alla sua orbita.

Scrive nella lettera che ha indotto al suicidio circa venti persone.
Scrive nella lettera che uno dei suoi amichetti invisibili le ha detto che io sono l'uomo della sua vita.
Scrive nella lettera che è pentita e mi invita a non giudicarla.

Ed io non la giudico.
Anche perchè la lettera è piena di fandonie.

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Monday, February 19, 2007

I-LOVE-YOU - Capitolo 2

Prendo una matita, una gomma ed inizio a svuotare su di un foglio per fotocopie tutto quello che il video mi ha suscitato, per poter poi tradurre tutto nell’inglese maccheronico che uso per scrivere a Castity (ma lei usa un inglese ben più maccheronico, quindi...).
Le scrivo che è cattiva.
Le scrivo che se mi sta prendendo in giro, beh, io non mi sto divertendo.
Perchè lei sa tutto di me e sa benissimo che nessuna ragazza mi ha mai amato e sa benissimissimo quanto ciò mi fa continuamente soffrire.
Le dico che la odio.
Anzi, che l’ho sempre odiata.
Le dico che tutte le sue email le cestino appena arrivano e che trovo i suoi gusti musicali e filmici patetici.
E le chiedo anche in che cazzo di paese vive, così la prossima settimana posso prendere un aereo, ucciderla e tornare a casa la sera, giusto in tempo per farmi un panino con la salamella in una delle tante Feste Dell’Unità sparse per la Lombardia.
Le dico che nel video è vestita male.
Che quel vestito bianco la fa sembrare una bambina dell’asilo con il grembiulino nuovo.
Le dico che il sangue finto che usa è di una tonalità troppo vicina all’arancione.
Ed è fluorescente.
Le dico che i suoi capelli sono sporchi e che il taglio andava di moda negli anni 80.
Le dico che è brutta.
E’ brutta da far schifo.

I-LOVE-YOU - Capitolo 3

*tradotto dall’inglese maccheronico
Castity è online
Castity> Luigi? Ci sei?
Castity> Luigi?! Ci sei?!!!
Castity> LUIGI!!!!! Ci sei?
Castity> Ti vedo online, quindi ci sei. Perchè non rispondi?
Toshio> Ci sono, ma non ti rispondo perchè non ho niente da dirti.
Castity> Riguardo al video? Lo hai visto?
Toshio> E tu hai letto il messaggio?
Castity> Sì. Ho pianto un pò, ma poi ho capito.
Toshio> Cosa? Cosa hai capito?
Castity> Ho capito che sei molto più realista di quel che credevo. E la mia dichiarazione ti ha spaventato.
Toshio> Che dichiarazione? Quella me la chiami dichiarazione?! Le dichiarazioni d’amore si dicono guardando in faccia le persone, non mandando loro video pseudo-horror...
Eppoi dopo un anno non so ancora come ti chiami e di che paese sei...
Castity> Coreana. Sono coreana. Del Sud. E ti ho già detto milioni di volte che il mio nome è difficile da ricordare e che tutti quelli che conosco mi chiamano Castity, quindi...
Toshio> Quindi per me, che non ti ho mai conosciuta, sei una perfetta estranea. Non ti voglio chiamare così. Anzi, non ti voglio chiamare per nulla. Fine della discussione e basta scherzi. Addio.
Castity> Scusa.
Castity> .....
Toshio è off-line
Castity> Ti scrivo un giorno di questi, ok?
Castity è off-line

I-LOVE-YOU - Capitolo 4

Vivo in una città dormitorio.
La mattina mi sveglio e parto.
La sera ritorno e dormo.
Questa è la mia vita.
8 ore di lavoro e 8 ore di sonno.
In mezzo nient’altro, o poco più.
La pattumiera da buttare, i piatti da lavare.
Poco più.
Certe volte compro un mobile nuovo.
Vado all’IKEA, mangio un hot dog e compro un mobile da montare.
Preferisco comprare mobili complessi da montare.
Così passo il weekend in maniera costruttiva.

Ho la casa piena di mobili inutili.
Casettiere piene di cassetti senza nulla dentro, tavolini per computer senza computer sopra, scrivanie da bambino senza bambini sopra.
Ho l’anima piena di solitudine.

capitolo iniziale

Friday, February 16, 2007

I-LOVE-YOU - Presentazione

E' stato molto duro, scrivere questo racconto.
E' stato duro perchè parla molto di me, delle mie emozioni e della mia tristezza.
E' stato duro perchè una Castity è esistita davvero, un pò di tempo fa.
E' stato duro, ma penso che dovevo per forza terminarlo, questo racconto.
Ed adesso ne sono soddisfatto.

I-LOVE-YOU - Capitolo 1

Stamattina, apro l'email.
E ci trovo dentro un video, senza audio.
E' della mia amica di penna, Castity.
L'ho conosciuta in un forum dedicato alla cinematografia asiatica un annetto fa e da quel giorno mi continua a scrivere, tutti i giorni.
Mi parla dei film che vede, della musica che ascolta, della globalizzazione che ci uccide lentamente tutti.
Mi parla della sua vita.
Ed io le parlo della mia, che è un argomento ben poco interessante.

Nel video c'è una ragazza.
Una ragazza dagli occhi a mandorla che dovrebbe essere lei, ma non ne sono sicuro, e che quasi sembra finta, tanto è bianca la sua pelle e tanto profondo è il suo sguardo.
E' lì, ferma al centro, con l'obbiettivo, silenzioso, puntato su di lei per un secondo che sembra lungo un'infinità.
E inizia a ridere.
Ridere in modo sincero.
Una risata che le sboccia sul viso come un fiore a primavera, con la mano con le dita lunghe a coprire la bocca.
Quasi si vergognasse, di quel viso meraviglioso.
E sangue.
Sangue finto, spero.
Sangue che esce dai denti bianchissimi e serrati.
Sangue che scivola sul mento, sul collo.
E che sporca, senza pietà, tutta la sua bianca bellezza.

Dieci minuti interi di perfetto orrore visivo.
Dieci minuti di angosciante bellezza, conclusi da mimate parole, da ossessivo e lento aprire e chiudere la bocca.
"I - LOVE - YOU, I - LOVE - YOU".

Tuesday, February 13, 2007

Il Compleanno di Rebecca - Capitolo 14

Per certi versi Marco Salina è una delle persone peggiori che abbia mai incontrato nella mia vita e davvero non capisco come facciano Dub e Clacchan ad essergli amici.
Durante questa vacanza ho notato che tante volte non ha scucito una lira (pardon, un euro)quando bevavamo qualcosa nei pub alla moda sul lungomare e tante volte ha insultato, anche pesantemente, Dub, il suo migliore amico, Clara, la donna che subconsciamente ama, e me.
E' maleducato, sputa, bestemmia, urla come uno scaricatore di porto, si scaccola, sente il "reverendo" e i Nine Inch Nails.
Ma ora è diverso, mentre abbraccia piangendo una ragazzina di 15 anni appena.
Il suo bel volto abbronzato, contratto dalla disperazione e bagnato dai lacrimoni che copiosi gli scendono dagli occhi azzurri, mugugna cazzatine mielense all'orecchio della piccola che per dieci giorni lo ha sopportato.

-Allora...-fa Katia, azzittendo i suoi compagni che la chiamano a gran voce dal finestrino del pullman e tirando sù col naso-Marco...è arrivato il momento di lasciarci.Sarà solo per qualche giorno, visto che io abito a Colonia e tu abiti a Pakerio...siamo così vicini...
-Già, Kà...mi mancherai in questi 6 giorni...
-Dài, scemotto, non piangere...L'eccentrica corriera rosa caramella fluorescente è arenata da qualche minuto vicino al marciapiede e borbotta allegramente, aspettando le 11.15 per partire.Sotto il sole tiepido di metà settembre, i vecchietti seduti dentro il bus, sui sedili di moquette rossa, schiattano di caldo.
Mancano dieci minuti, ma Marcolino non ha ancora mollato la presa sulla vita della quindicenne.E' un'altra persona, in questo istante.
E' come se avesse lasciato sul suo comodino della stanza d'albergo la sua goliardia eccessiva, i suoi sogni contorti da malato mentale, i suoi modi da cafone per salutare degnamente chi sta partendo.
E incredibilmente, nei suoi lacrimoni vedo una persona dolce e fragile, un innamorato.Un innamorato che, con il suo amore, sarebbe capace di scalare una montagna, ma che non riesce a fermare la cavalcata gioiosa del pullman delle 11.15, che, baldanzoso, gli butta perfino il monossido di carbonio in faccia.

Il Compleanno di Rebecca - Capitolo 15

Il compleanno di Rebecca è passato, ma non riesco ancora a togliermi dal cuore la malinconia che mi ha lasciato il segreto che Claretta mi ha confidato.
Dopo una settimana di sole continuo, ieri mattina pioveva tipo diluvio universale.
Uscire con quel tempaccio era un'impresa temeraria. Roberto e Marco erano usciti di buon mattino e Clara ed io sonnecchiavamo placidamente. Stranamente, Dub non si era truccato ed aveva un' espressione abbattuta e questo mi incuriosiva parecchio, conoscendolo.

-Clara,sai perchè gli "uomini" sono usciti con questa pioggia? Sai dove devono andare, per caso? Clara era allo specchio, con addosso l'accappatoio bianco dell'hotel e si stava facendo un peeling per combattere i (pochissimi) brufoli presenti sulle sue guance.
-Sì, oggi è il compleanno di Rebecca.
-Rebecca?Anche l'altro giorno, al Radiant, mi hai accennato qualcosa...
-Rebecca è stata investita da un camion l'anno scorso... è morta il giorno del suo diciottesimo compleanno, ed era ubriaca persa. L'incidente è avvenuto a pochi isolati da qui...
-Che brutta fine...Roberto era il suo migliore amico, giusto?Quando stamane l'ho salutato, era assente...
-No, era il suo ragazzo. Stavano insieme da due anni.
-Davvero? Ma è un travestito, come può...
-Passami il borsellino che è sopra la lavatrice.Ho una foto di Reb nel portadocumenti.Così almeno ti faccio vedere com'era... Svelta le ho passato il portafogli di pelle scamosciata, perchè morivo dalla curiosità di vedere il volto di una ragazza morta adolescente, morta per di più proprio alla fine "dell'età più bella".
-Vedi,-mi fa Clacchan, mentre con il dito mi mostrava un lato della foto.
-Questa è Rebecchan...
-Non la vedo...vedo solo te, Marco, Dub ed un ragazzo biondo che non conosco...
-Ti sbagli. Il ragazzo biondo è Dub.Quella truccata gotica è Rebecca.
-Ma...è uguale al Roberto di adesso.Stesso colore di capelli e stesse trecce ,stesso modo di vestire, persino lo stesso trucco, studiato nei minimi particolari.
-Se guardi con attenzione,noterai che il viso di Rebecca è un pò più maturo di quello di Dub e poi lei aveva gli occhi gialli...quando uscivano, lei e Roberto venivano chiamati "i mostri" perchè lui aveva e ha tuttora gli occhi rossi e, quando erano insieme, facevano paura ai bambini.
-E da quanto tempo si trucca?
-Da una decina di mesi... è il suo modo per ricordare Rebe, per farla "rivivere" dentro di sè. Forse è un pò particolare, ma se è l'unico modo per lui di affrontare la scomparsa della persona che amava, ben venga, no?
-Io penso che sia molto romantico.
-Siamo venuti qui principalmente perchè Rob voleva assolutamente visitare la tomba di Rebecca...le ha portato anche una paperella di gomma per augurarle un "buon compleanno"... andava matta per le papere. Ne aveva moltissime.Vive, di plastica, di porcellana, saponette a forma di papera... Ogni volta che una delle sua papere faceva i pulcini, li regalava agli amici...Rob ti ha detto che io e lui siamo invasi da pennuti petulanti?
-Sì, Pantugruelle, la sua paperina, ha fatto i paperotti, una settimana fa. Me ne voleva regalare uno, ma io ho già una decina di gatti...
-Ah...Comunque promettimi di non dire a nessuno che ti ho parlato di Rebecca, d'accordo?
-Certo, Clà. Non ti preoccupare!

Rebecca... Che nome aristocratico...RE-BEC-CA, tre sillabe. L'accento sulle due "e" varia a seconda del dialetto. Da quando è tornato dal cimitero, Dub non fa altro che piangere come un dannato nel letto. E' brutto vederlo così triste, con i capelli, di solito acconciati con le trecce aereostatiche, poggiati scombinatamente sul cuscino umido.
E' come se la sua disperazione si allungasse a dismisura e diventasse anche mia, di Salina, di Clacchan e della giovanissima cameriera che tenta di fare il suo lavoro senza intromettersi nei nostri pensieri malinconici.

-Volete fare colazione? Sono già le 11...- fa la serva, per smorzare la tensione-Nella sala pranzo c'è un buffet con marmellate, briosce, matinè, biscotti e...
-Le sembra il momento giusto per far colazione, questo?-risponde bruscamente Claretta, quasi per dimostrare alla poverina il suo potere dentro tutto l'hotel. Le unghie le sono diventate di burro, dopo la ventesima passata di acetone. E' lì, sul tavolo, a sfregarsi le unghie con un batuffolo d'ovatta da un'oretta buona. E' nervosa, si sente dalla ritmicità del suono provocato dallo sfregamento del cotone.
-Cazzo, Clara...perchè non ce ne andiamo domani?!-Marco esce dalla toilette in tutta fretta come se, mentre era "in altre faccende affaccendato", gli fosse apparso San Michele Arcangelo.-Roberto non può continuare così, non può stare qui per altri quattro giorni, e sai il perchè! (Non sa che io so tutto, in verità.)
-Ok! Sentiamo prima cosa Robi-chan vuole, poi decidiamo con calma...

Il Compleanno di Rebecca - Capitolo 16

Partiremo domani mattina, verso le dieci.
Ne abbiamo discusso insieme ed alla fine, abbiamo deciso di partire domani.
Anche se è il primo a voler rimanere, Rob non riuscirebbe a stare qui ancora tre giorni, così vicino al luogo in cui Rebecca è morta. Comprendo i sentimenti che ha provato alla vista della lapide della sua ragazza. Non deve essere facile.
Da due ore sono immobile ad osservare il paesaggio dietro l'enorme doppio vetro della finestra. Conto gli alberghi locati vicino al mare. 10...11..20..30... Non è rimasto quasi niente di naturale, in questa famosa località balneare.
Il mare, grazie alla signora Mucillagine, è diventato una sorta di giardino botanico allagato e il cemento regna sovrano dappertutto. Sono affascinata da tutto questo, dalla bruttezza di tutto questo, dalla sottile poesia barocca che tutto questo emana.
Dovrei scrivere una cartolina, ho la penna in mano, ma non so COSA scrivere e A CHI scrivere. E' una cartolina porno, una vera oscenità e mi vergogno di averla acquistata, ma c'era solo questa nel negozio. Sotto la scritta CHI L' HA VISTO? a caratteri cubitali capeggia prepotente un pene (non scherzo!) con gli occhiali da sole ed una sigaretta infilata nello spazio tra il pene e lo scroto. Un soggetto pessimo ed una fotografia ancora più pessima.
Pensavo di indirizzarla a Luana, una mia amica che va matta per le cose di cattivo gusto, ma non ho il coraggio. Ha una madre ipersupercattolica e non vorrei essere la causa di una strage familiare.

-Ciao, Puccetta.Stai scrivendo una cartolina?A chi la scrivi? Dub oggi sta meglio di ieri. Cerca di stare allegro, per non far sentire a Clara, Salina e a me la sua tristezza e questo gli fa onore. Oggi è truccato e vestito diversamente dal solito. Invece dell'immancabile ombretto nero liquido, si è "splattellato" gli occhi con la matita cremisi di Clacchan, che si intona perfettamente con il maglioncino bordeaux senza maniche che indossa, ed una passata di rimmel sulle ciglia.
-Sì,alla mia amica Luana, ma la foto è un pò eccentrica.Il cartolaio non ne aveva altre e così...
-Non dirmi che è una cartolina "chi l'ha visto?"!
-Esatto!
Ride. E Rido anch'io e la stanza, che da stamattina affogava dentro il grigiore pre-partenza,risuona di urla cavalline. Urla cavalline che fanno preoccupare Claretta, che stava facendo tranquillamente le valigie nella sua cameretta.

-Cosa c'è da ridere?Siete pazzi?
-Clara, Ele ha comprato una cartolina "chi l'ha visto?"!!
-Che schifo, quella con la salsiccia con gli occhiali da sole!

Non pensavo che una semplice cartolina pecoreccia potesse smorzare i toni di questo giorno un pò malinconico.

Il Compleanno di Rebecca - Capitolo 17

Finalmente sono tornata a casa,nel mio lettino.
L'odore di macchina è ancora dentro i miei panini avanzati, la mia acqua sanbenedetto minerale naturale ed i miei vestiti, ma finalmente sono a casa mia.
Che bello, tornare a casa dopo un viaggio. Amo quella sensazione che si prova aprendo la porta d' entrata, dopo un lungo tragitto in auto. Hai una terribile voglia di toccare le tue cose, annusare l'odore degli animali di casa, il profumo di tua madre, la puzza di aria pulita del depuratore d'aria. Quando sono arrivata, era già aperto. Alice e Monica, mia sorella di quattro anni più grande, mi stavano aspettando guardando Akira(che forse non è proprio il film adatto ad una bimbetta di cinque anni come Alice).

-Ehi, zia Ele.Com'è andata?
-Bene, piccola.Hai dato da mangiare ai gatti?
-Sì! Mi hai portato qualcosa da Rimini?
-C'è un granchio nel suo acquario ed un tubetto di mangime nella mia borsa.Ti piacciono ancora gli animali, vero?
-Un granchio? Che bello, grazie zia.Vado a prenderlo di corsa!
-Trattalo con cura. L'ho raccolto io personalmente in spiaggia.

Alice è la figlia di mia sorella e le voglio molto bene. E' una bella bambina bionda ed è sempre allegra. Si vede che ha preso il carattere dal padre, un ragazzotto serio e responsabile che ha conosciuto Monica quando faceva il servizio civile in una comunità.

Allora-fa mia sorella,non distogliendo lo sguardo dalle membra tecnorganiche lievitanti di Tetsuo-Ti sei divertita?Perchè sei tornata prima?
-E' stato bello.Siamo tornati perchè Roberto...
-Roberto chi? Quello frocio che si trucca?
-Sì, quello.Un anno fa gli è morta la tipa a Rimini e voleva salutarla, ma non ce l'ha fatta a stare dieci giorni nel luogo dove è morta la sua ragazza, quindi...eccomi qua!!!
-Ah, davvero?E come è morta?

Mi stupisce sempre il sarcasmo di Monica in queste situazioni. Sembra quasi contenta che la gente muoia, così, quando si parla del caro estinto, lei può dire il suo tormentone "anche io, quando mi bucavo, ero ad un passo dalla morte".

-Era ubriaca ed è stata schiacciata da un camion...è morta a diciotto anni.
Con tempismo perfetto ed inquietante, la ragazza di Tetsuo veniva compressa dalle membra tecnorganiche del ragazzo proprio nel momento in cui io finì di dire la parola "schiacciata". E strano a dirsi, ma in qualche modo mi sono quasi affezionata alla figura di Rebecca, in questi ultimi giorni di vacanza.
Durante il viaggio in macchina,ho pensato spesso a lei e sentivo la sua presenza in mezzo a noi, quasi fosse la quinta passeggera della vettura. Mi sarebbe piaciuta conoscerla prima dell'incidente.Forse saremmo diventate amiche.

-Pesante, Ele!
-Già...
-L'adolescenza è così.Alcuni si drogano e bevono per sconfiggere la solitudine.Anche io ero così.ANCHE IO, QUANDO MI BUCAVO, ERO AD UN PASSO DALLA MORTE.

Spesso sono terrorizzata dai cambiamenti.
Monica, per fortuna, non cambia mai.

Il Compleanno di Rebecca - Capitolo 18

Ho un hobby.
Da quando ho 7 anni, raccolgo gatti dalla strada. Il primo che ho raccolto era stato messo in una scatola di cartone e mi faceva tenerezza.
Amo i mici perchè sono puliti, anche quando sono trovatelli. I cani vagabondi,invece, sono sempre sporchi di merda.
Adesso, a vent'anni suonati, ho 12 gatti: Matrilineare, Fiocco,Nabuccodonosor,Lella,Meat Loaf, Uozzamericanboi, Quistis, Illusion, Wasabi (uno dei piccoli di Tempura, la gatta di Clara),Alcione, Mokona ed IlgattounavoltanotocomeMimmo.
Per me raccogliere i gatti dall'asfalto è una missione, più che un hobby vero e proprio. Sono la Madre Teresa dei felini lombardi. Però adesso ne devo dare via qualcuno perchè Alcione, l'unica gatta soriana di razza nel mio allevamento, ha da poco partorito tre cucciolotti bellissimi e purtroppo ne posso tenere solo uno.
Il padre di questi amorini è il pluribastardo IlgattounavoltanotocomeMimmo, che tra i miei felini è quello più brutto perchè ha il pelo di un colore indefinito.
Oltre che brutto è anche stupido.
Una volta è caduto dalla finestra (per la cronaca, io abito al sesto piano) per acciuffare un passerotto che passeggiava sul cornicione. Si è salvato per un pelo, grazie al sistema di "ribaltazione felina", ma si è rotto tutte le zampe.

Non a caso, è il favorito di Monica. Tra scemi, si capiscono.

Il Compleanno di Rebecca - Capitolo 19 (conclusivo)

-Ancora a vederti quella schifezza?
-Sai che il wrestling è la mia passione...cosa ci fai qui?

Roberto odia la televisione, la odia con tutte le sue forze. Ha la tv in camera solo per vedersi i DVD, ma l'unico programma che vede è "Velocity" al sabato mattina con la telecronaca dell' "amarcordiano" (durante le telecronache, racconta spesso le storie della sua giovinezza) Dan Peterson.
E' un fan sfegatato di un certo Rey Misterio.
Una volta me l'ha fatto vedere, tutto eccitato: è un ragazzone con gli occhi azzurrissimi alla mortovivente e maschera e pantaloni cordinati dai colori fluorescenti. Non capisco come uno sport violento come il wrestling possa piacere...Mah!!

-Sono venuta a salutarti-faccio a Roberto, tirando fuori dalla borsa il gattino che stava miagolando da dieci minuti.
-E allora perchè hai un gatto sotto braccio?
-Mhmm...Alcione ha avuto i cuccioli ed io ne posso tenere solo uno... Questo è il più carino della cucciolata e pensavo ti sarebbe piaciuto.Guarda che occhi profondi che ha!
-Ho già Pantagruelle e prole da curare...
-Ma Pantagruelle è in gabbia quasi tutto il giorno ed è sopra il termosifone del bagno.Questo gatto non le farà niente, e poi i gatti richiedono pochissime cure!
-Fammelo vedere, sù! Dub dolcemente ha preso il piccolo felino e ha incominciato a studiarlo bene,a rigirarlo ed accarezzarlo.
-Allora? Ti piace?-gli faccio, per metterlo in condizione di prendere una decisione sulla sorte dell'animaletto prima di sera.
-Sì, più o meno...ha una strana macchia di un colore indefinito sulla coda...
-E' il figlio di IlgattounavoltanotocomeMimmo...
-Ah...quel gatto non è ancora morto? E'così stupido...
-Hai deciso?Lo tieni?
-Massì, dài! E' simpatico!
-Meno male! Però devi trovere un nome carino come lui...
-Fammi pensare un attimo...Golgota!!!
-Golgota?Ma è un nome da...
-Mi piace il suono. Poi è buffo che un dolce gattino si chiami Golgota, non trovi?
-Sì. in effetti è buffo davvero!!
-Beh, grazie Ele!Grazie di quello che hai fatto per me, di essere venuta al mare con me,grazie di Golgota!
-Prego, prego di tutto, Dub!!

Quando me ne sono andata da casa di Rob, era mezzogiorno inoltrato. Golgota si era già un pò ambientato e poltriva acciambellato sul letto della cameretta del mio migliore amico osservando pigramente l'F5 di Brock Leasner, da molti considerata una delle più spettacolari mosse di catch. Voglio troppo bene a Dub ed amo tutte le sue infinite contraddizioni. Spero che Golgota si trovi bene con lui.

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Il Compleanno di Rebecca - Capitolo 11

Mercoledì era una bella giornata calda ma non caldissima, l'ideale per farsi una passeggiatina tra i mercatini riminesi di gadget inutili e dispendiosi.
Io però non ero ai mercatini con Clara.
Ero in bagno a farmi il mio bel bucato ed in fondo era insolitamente piacevole affondare le mani in quella brodaglia all'odore di limone dove nuotavano le magliette.
"Stai facendo la cacca? Posso entrare?"
Il Milord, senza neanche aspettare il mio consenso, era entrato nella toilette per distruggere il mio piccolo momento di quiete.
-Cosa vuoi?- gli faccio.

Marco ed io, anche se eravamo da due settimane in vacanza insieme, non abbiamo mai avuto molta confidenza, quindi ero un pò intimorita dalla sua figura alta ed abbronzata.

-Ele, tu studi psicologia?
-Così dicono...
-Ho fatto un sogno...
-MHM...non sono molto brava ad interpretare i sogni...sono specializzata in personalità multiple, è un argomento davvero interessante...comunque raccontami il sogno, poi vediamo...
-Allora...ero in un manicomio...
-Ah, bello!!
-Aspetta, non ho finito...ero in un manicomio ed il mondo era popolato da uomini e vermoni mutanti. Ad un certo punto, mentre io mi stavo fumando una sigaretta sul balcone, arrivi tu e mi fai 'Ehi, Marco! Mi serve urgentemente il tuo aiuto'. Avevi un camice bianco da dottore. Entriamo in una sala operatoria e c'è completamente nuda,con una camicia azzurra allacciata solo al primo bottone addosso, Katia, sdraiata sul letto...Ti ricordi Katia,la ragazza del Radiant Baby che...
-Sì, me la ricordo fin troppo bene...
-Beh, c'è Katia con questo coniglio bianco in mano. Un coniglio particolare, con due EHM...organi fallici al posto delle orecchie. Tu, che sei il primario o qualcosa del genere, mi ordini di toglierglielo dalle mani e dopo di andare a lavare il paziente della camera n° 208. E sai chi mi trovo nella camera 208?
-Come posso saperlo?...
-Mi trovo Clara in piedi dentro ad una vasca tutta arrugginita completamente nuda. Il suo corpo è pieno di tagli e ha, al posto dei capezzoli, due cerotti. Io la lavo, le metto il pigiama, la metto a letto e le rimbocco le coperte, augurandole buona notte. Cosa vuol dire, Elena?

L'acqua del bucato a mano mi stava fermentando sotto le dita.
Ero sconvolta dalla complessità e dall'idiozia del sogno di Salina e sapevo benissimo cosa dirgli, ma visto che sono una ragazzina educata, mi sono attenuta ad una risposta di circostanza.

-Beh, cosa ti devo dire...Quel coniglio "particolare" mi impressiona un pò...
-No, volevo sapere di Clara e Katia...
-Dunque...per Katia, visto che è mezza nuda su di un letto con un coniglio "particolare" in braccio, provi un'attrazione di tipo sessuale...
-Ma Clara era più nuda di Katia...
-Sì, ma il fatto che lei avesse i capezzoli incerottati, simbolo in questo caso di una non-sessualità, vuol dire che tu provi per lei un amore affettuoso, visto che nel sogno ti prendi cura di lei.
-Praticamente mi stai dicendo che nel mio inconscio amo Clara?
-Può darsi...ti sembrerà una frase da Bacio Perugina, ma "cerca nel tuo cuore la risposta a questa domanda"...
-Beh, grazie, Ele.Mi ha fatto bene parlarne con te...è da tre giorni che mi tengo tutto dentro...
-Prego. E' brutto tenersi dei dubbi dentro.Se hai ancora bisogno, non esitare a chiamarmi.
-Ok! Grazie ancora!

Il Compleanno di Rebecca - Capitolo 12

Colazione.
Ho chiesto alla camerierina minorenne peruviana sottopagata dell' hotel una tazza di latte a temperatura ambiente ed un croissant, ma mi ha portato un cornettino senza zucchero nè marmellata di albicocche e del latte caldo come un tizzone ardente con tanto di slime bianchiccio in superficie.
Misericordia, che tristezza!
Non connetto e mi sembra di essere in un tunnel mentre Marco, seduto purtroppo di fronte a me, filosofeggia di subcultura della morte nella musica e nell' immaginario glam-goth e di Marilyn Manson che bacia maiali nei video.
Orcocane, che pizza!
Si può incominciare una giornata in questa maniera?
Si può incominciare una giornata sentendo un saggio appassionato sui maiali baciati da Manson? Voglio tornare a letto!!!
Sto morendo dal sonno, non ho dormito neanche 3 ore, ieri notte.
Mi sono, anzi, mi hanno svegliato all'una del mattino.
Sentivo un suono inquietante provenire dal salotto della suite. Un rumore tipo respiro affannoso di bestia affamata accompagnato da un tintinnio di catene arrugginite e così sono andata, spaventatissima, a controllare.
Era Dub, intento a gonfiare un mastodontico salvagente dei Teletubbies con i braccialetti ai polsi che scampanellavano festosi.

-Cosa fai, Rob? Ti sembra il caso di mettersi a gonfiare ciambelle a quest'ora?
-Non riuscivo a dormire. Mi è venuta voglia di mare e ho pensato di...
-Tu sei fuori.L'acqua dev'essere freddissima, a quest'ora della notte.
-Ho controllato il barometro. 25 gradi. vuoi venire con me? Clara mi ha dato le chiavi del cancello della pensione.Se non facciamo casino e chiudiamo dopo essere usciti nessuno ci dirà niente.
-Ormai il sonno è passato...tanto vale andare a nuotare...

Come avevo predetto l'acqua, anche sotto una cappa d'afa spaventosa, era gelata.
Ho provato ad entrare in acqua un secondo, ma non ho resistito e sono corsa verso il bagnasciuga dove la calda sabbia dava ristoro ai miei piedini congestionati.
Robbie, invece, continuava ad avanzare verso le onde come un demente,imperterrito, armato solo del suo salvagente e di un sorrisone a 45 denti per mostrarmi che lui, vecchio lupo di mare, non si lascia scoraggiare da un pò d'acqua antartica.
Che scemo, piuttosto che fare brutta figura, preferisce ammalarsi.
Era quasi fluorescente, illuminato dalla luna nel nero assoluto del mare notturno, con la sua pelle color latte ed il suo costume candido. Un costume stranamente sobrio per lui, intero, bianco a quadrati neri con gli angoli smussati, un pò retrò.
Un quasi convincente esempio di "vintage look" da mercatino delle pulci.
Faceva tenerezza, mentre afferrava saldamente il suo ciambellone per paura di affogare...sembrava un bimbo che per la prima volta entra in contatto con l'acqua salata. Quando è tornato a riva tutto tremante con le gambe livide e le unghie dei piedini da etoile nere, instintivamente gli sono corsa incontro con in mano il grande asciugamano rosso del borsone a tracolla che avevo sotto il braccio e l'ho asciugato con cura da capo a piedi.

-Dài, smettila! Cosa fai?- mi fa, con imbarazzo.
-Non si vede? Ti asciugo, come farebbe qualsiasi buona sorella maggiore...
-Però tu non sei mia sorella ed hai solo un anno in più di me, quindi...
-Tua mamma mi ha detto di tenerti d'occhio...non si fida di Marco e, tra parentesi, non ha tutti i torti...Adesso siediti, da bravo. Ti devo asciugare i capelli, sennò ti sveglierai con la polmonite, domattina!
-Porti sfiga?-mi fa, sedendosi con aria di superiorità sulla argentea sabbia notturna.
-Ecco, così...fa non male, MALISSIMO andare in giro con i capelli fradici!

Fin dai tempi del corso, tra LaPorta e me c'è una forte intesa basata non solo sulle frasi dette, ma anche sui piccoli gesti, sulle cose non enunciate ma pensate.
Lui, anche se si traveste per non so quale ragione, è un ragazzo sensibile e generoso, ma è dannatamente infantile e molto spesso fatica ad esternare con chiarezza i suoi sentimenti, a volte anche richiudendosi in una sorta di mondo interiore. Sembra strano, ma mi viene naturale fargli da "mammina" e dargli tutto l'affetto e la protezione di cui ha bisogno e che non chiede. Forse perchè vedo in lui qualcosa di me, un pezzo del mio cuore che adesso tento di nascondere dietro un look aggressivo da punk.
Una sfumatura molto tenue della mia anima che, quando ho cercato di esternare, è stata mutilata e trasformata in paura d'amare. Una sfumatura bellissima che ho ritrovato nel cuore di Dub e che custodisco come un tesoro.
-Puccia? -Roberto, con i suoi occhi lucenti appena arrossati dall' acqua marina, mi fissava attento mentre ero persa nei miei alti pensieri.
-Ti ho strappato qualche capello?
-No, anzi, mi sto rilassando...
-Alla fine a tutti piace essere un pò coccolati, una volta ogni tanto. Anche ai musoni antipatici come te!
-Tu mi vuoi bene, Elena?
-Certo, Dub! Che domande sono?
-Beh, sai, quando osservo la notte mi viene un pò di malinconia e...
-Sei tutto matto,Robbie. Cosa ti è saltato in mente adesso? Come faccio a non volerti bene? Sei il mio dolce fratellino travestito!
-Certe volte ho paura che un giorno tu ti stancherai di me.
-Sono tua amica e ti starò SEMPRE vicino, come penso che anche tu farai. E' difficile trovare una persona che mi capisca così bene come te, in questo mondo.
-Concordo su tutto!
-E adesso smettila con la malinconia e dammi un bel bacione!

Adesso sono le dieci e Dub non si è ancora alzato.
Per colpa della salsedine e dell'asciugatura "al naturale" avrà degli orrendi capelli afro. Poverino... Sono sicura che,al risveglio, se la prenderà con me, ma io non c'entro.
Non ho avuto io la bella idea di andare al mare, stanotte.

Il Compleanno di Rebecca - Capitolo 13

Mi faccio schifo.
Non perchè Ele mi ha fatto i capelli afro, ma perchè mi sento sporco.
Interiormente.
Lei è così bella, cazzo.
I suoi occhi neri, a mandorla, la sua bocca, lucida naturale e così rosa da sembrare finta, i suoi capelli viola...Tutto mi piace di lei, davvero tutto.
Anche il suo enorme fondoschiena, tutto.
Quando osservo quegli occhi così profondi mi vengono alla mente mille timori.Ho paura che lei provi per me quello che prova una madre per il suo bimbo.
Ieri notte ho provato a dichiararmi, ma non l'ho fatto come avrei voluto.Lei ha frainteso e mi ha liquidato con un "ti voglio bene".
D'altronde, anch'io...Andiamo!
Come può una ragazza normale amare un travestito con la ciambellona dei Teletubbies e gli occhi così marroni da sembrare rossi, modello vampiro!E' impossibile.
Tra due giorni, poi, c'è il compleanno di Rebe e io sono già triste oggi.
Non posso presentarmi davanti a lei a braccetto con Puccia.
E' una questione di rispetto.
Ho fatto davvero male ad invitare Elena a venire con noi a Rimini.
E, a dire la verità, non so bene neanch'io il motivo preciso del mio invito.Essendo una ragazza intelligente, si sarà resa sicuramente conto che Salina dorme sul divano di pelle del salotto della suite.Ho fatto la figura del pirlone...chissà adesso cosa pensa di me!Clara dice che devo smetterla di nascondermi dietro il trucco ed uscire dal mio guscio.Non so se ha ragione o meno.

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