Friday, February 23, 2007

I-LOVE-YOU - Capitolo 13

Stamattina, mentre mi truccavo per andare a lavoro, ho visto dallo specchio la porta chiusa della seconda camera da letto di casa mia e qualcosa nella testa mi si è acceso.
E' una camera che non mi serve, che uso più che altro per riporre i mobili vecchi, le cianfrusaglie.
Ho pensato di farne una stanzetta per Castity.
Ovviamente noi dormiremmo insieme, in camera mia.
Ma comunque penso che sarà contenta, sì, sarà contenta di avere una camera sua, dove poter sentire la musica, giocare ai videogiochi...
Ed io potrei uscire dal lavoro, stasera, ed andare in qualche negozio a cercare una carta da pareti gialla, come quella che ha in camera sua.
E potrei anche arredarla un pò, ad esempio.
Su una parete potrei mettere tutta una serie di librerie, così che lei possa metterci tutti i suoi dvd, tutte le sue cassette.
Eppoi...eppoi...
Oh, chissà come sarebbe contenta...

I-LOVE-YOU - Capitolo 14

Ho mandato un messaggio, ieri sera, a tutti i miei migliori amici o presunti tali.
Quelli che, negli anni, mi hanno incredibilmente incensito.
Quelli che, negli anni, hanno pianto sulla mia spalla abbracciandomi e sbavando.
Un semplice invito ad uscire, senza una destinazione precisa.
Nient'altro.
L'ho mandato a tutti, sia alle ragazze che mi massaggiavano la schiena, sia ai ragazzi con cui giocavo ai videogiochi fino all'alba, all'alba dell'era dei videogiochi su compact disc.
L' ho mandato a tutti quelli che non vedo da anni, ma che per anni ho rintracciato al telefono, ho baciato per le strade piene di gente del natale, ho amato unilateralmente.
E poi ho aspettato.
Lavato di tutto punto con un bagnoschiuma alla vaniglia, mi sono seduto sul divano, ho acceso la TV ed ho messo il cellulare sul mobiletto di legno, vicino alla lampada rosa.

Mi sono addormentato alle tre, con il lieve brusio di una pubblicità di telefono erotico ad illuminarmi e la bavuccia alla bocca.
Nessuno mi ha risposto.

I-LOVE-YOU - Capitolo 15

-"La sua ragazza che taglia porta?"
-"Ah, non so...sa com'è, è da poco che stiamo insieme..."
-"E' minuta? Oppure è un pò in carne?....senza offesa, eh?"
-"Minuta. Sì, minuta. E' piccola e bianca di carnagione...Sembra una bambolina di porcellana..."
-"Oh, Mia nonna me le regalava sempre, quando andavo da lei da piccola. Viveva in campagna, con le mucche e i maiali ed ogni anno io andavo da lei, in vacanza. Mi piacevano molto, le bambole di porcellana, quando ero piccola. Mi sembravano vere, e mi facevo delle gran chiacchierate, facendo finta che mi rispondessero. Ad alcuni fanno paura....La sua ragazza fa paura?"
-"Sì, in un certo senso, sì. E' lei è tutta contenta, di questa sua bellezza inquietante. E' fanatica dell'horror, la mia ragazza."
-"Ah, anche a me piacciono, i film horror. Come si chiama?"
-"Luigi."
-"AHAHAHAH! No, la sua bambolina di porcellana.."
-"Ahah! Mi scusi....si chiama Castità!"
-"Davvero? Che nome strano..."
-"I suoi sono molto credenti...Avete per caso uno di quei vestitini estivi?....A lei piacciono molto...Anche d'autunno li indossa, tenendoli sopra le magliette a maniche lunghe...Una volta, ne ha macchiato uno di caffè ed ha pianto per una settimana...E' una ragazza molto emotiva..."
-"Mhm...deve esserne molto innamorato, vero? Quando ne parla, ha gli occhi brillanti..."
-"Oggi ho dormito poco. Forse sono brillanti per quello..."
-"Ahahahah! Non si intimidisca! E' una cosa così carina! Ah, come vorrei che il mio ragazzo fosse più sensibile...E' una tale capra!"
-"Ehm...mi può dare anche uno di quei cappellini di paglia. Starebbe bene accompagnato da questo vestito, non trova?"
-"Sì...le faccio un pacchettino con tutti e due? Vedrà la sua ragazza come sarà contenta, quando tornerà a casa..."
-"Adesso lei è via. Tornerà (ehm) tra qualche giorno..."
-"Ah, allora è una sorpresa!"
-"Sì, è una sorpresa....ok....allora, beh, allora buona giornata!"
-"Buona giornata, signore. E grazie!"

I-LOVE-YOU - Capitolo 16

Non so di preciso per quale motivo, ma sto tirando pugni al muro.
E non pugnetti del cazzo.
Cazzoti, maritozzi, con tutta la forza che ho in corpo, accompagnando con tutto il corpo il moviemto del braccio, ansimando di rabbia repressa e fatica.
Così forti che il muro rimbomba e sanguina.
Non so di preciso qual'è la sensazione che sento, ma so solo che mi fa stare male.
L'altra sera, sul pullman che mi riporta ogni giorno a casa, ho visto due ragazzi che ridevano e si baciavano.
Erano davanti a me.
Ed io per tutto il tragitto ho dovuto assistere al loro orrendo treatrino, facendo finta di leggere.
Sperando che se ne andassero.
Sperando che morissero.
Non so di preciso la ragione che mi spinge a tanto, ma urlo.
E piango.
Ed mi accortoccio per terra, con la schiena appoggiata al muro.
Al muro che piange con me le sue lacrime di sangue.

I-LOVE-YOU - Capitolo 17

Penso frequentemente a come le persone tradiscono.
E non sto parlando ovviamente del barbaro sessualismo che la parola "tradimento" comunemente balugina nelle menti degli stolti.
Parlo di persone comuni.
Di quelle che vedi che infestano i palazzi, le città ed infettano l'aria.
Delle persone più banali, quelle che hanno il ragazzo o la ragazza, il lavoro o una discreta disoccupazione felice.
Mi riferisco a loro.
Alle persone che ti dimenticano.
Alle persone che non si sentono in colpa.
Alle persone che governano il mondo.
Ognuna di loro mi ha tradito, ha tradito la fiducia che avevo di questo mondo.
Ha spezzato il mio cuore, ha succhiato il mio cervello.
Io penso a loro.
Io maledico loro, perchè è l'unica cosa che riesco a fare ora.
Invece di dormire.

I-LOVE-YOU - Capitolo 18

Cara Castity.
Scusami se, da quando ti sei dichiarata a me con quel video, ti ho scritto poco ed in maniera antipatica.
Ma devi sapere che da quel giorno io non me la sono passata tanto bene.
Ho fatto molte cose stupide, per cercare di non pensare a te.
Ti ho tante volte insultato, urlando al cielo tutto il mio rancore, tutta la rabbia che avevo in corpo.
Perchè ero spaventato.
Perchè pensavo che tutto lo spettacolino che avevi inscenato, "I-LOVE-YOU" e palle varie, fosse tutta una farsa, tutto un macchinoso pesce d'aprile.
Perchè, diciamo la verità, tu ti sei presa sempre un pò gioco di me.
Ad esempio con quella storia dei fantasmi che ti parlano....

Credevi fossi così stupido da crederci?
Credevi fossi così stupido da credere che una bella ragazza come te possa realmente essere innamorata di uno stronzo insulso come me?
Credevi fossi già pronto ad accogliere il tuo sederino coreano nella mia umile dimora solo per un video in cui sei sporca di sangue finto e mi inviti piangendo ad appoggiare la mia mano sopra la tua?

La verità, la scomoda verità che ho fatto fatica ad ammettere per tutto questo tempo, la mesta verità che per un mese mi ha fatto dormire una media di quattro ore a notte è che tu sei la persona più importante della mia vita.
L'unica che ha pianto con me in una chat microfonata, durante il mio primo compleanno da solo.
L'unica che ha contato con me i secondi che mancavano all'anno nuovo, l'anno scorso, fregandosene dei fusi orari.
L'unica che sa a memoria ogni poesia che ho scritto.
E l'unica che ha mai avuto voglia di leggerle.
L'unica che mi ha dato ancora un barlume di speranza.

Ti amo, Castity.
Ti ho sempre amata.
Ho già preparato la tua camera, ti ho già comprato un mucchio di vestitini, di quelli che adori.
Perchè pensare a te è l'unica cosa che mi rende felice.
Ormai il mio appartamento, la mia intera vita, è piena di te, anche se tu non ci sei.
E le pareti respirano, aspettando frementi il tuo arrivo.

I-LOVE-YOU - Capitolo 19

Non credo in Dio.
Castity l'ha sempre saputo.
Mi sembra una cosa stupida, perchè Dio è un frutto dell'intelletto dell'uomo.
Un personaggio di fantasia.
Come l'Uomo Ragno.
O Heidi.
Sarebbe bello se nel mondo esistessero davvero obbiedienti alla parola di Heidi.
Gli Heidiani.

Castity è molto cattolica.
Ma è cattolica in una strana maniera.
Adora vestirsi da Madonna, farsi foto vestita da Madonna e ritoccarle con photoshop per poi spedirle in giro.
Anche io, essendo il suo fidanzato, ne ho una.
Mi ha detto che è una di quelle venute meglio.
Nella mia foto, ha le braccia aperte, rivolte verso un punto lontano a destra, ed indossa una tunica marrone.
La sua bocca è aperta, ma senza forza.
Gli occhi socchiusi.
Quasi come fosse dolorante.
Quasi come fosse implorante.
E la foto è modificata in modo tale da risultare solare ed oscura insieme.
E alcuni pixel grigi dello sfondo nuvoloso entrano negli intermezzi delle dita, facendo notare la faciloneria di base dell'artista.
E' forse una delle cose che amo più di lei.
La sua faciloneria, la sua totale mancanza di cura per i dettagli.
Per i dettagli di una foto e anche per i dettagli dell'esistenza.

Quella foto la porto sempre con me.
Anche oggi, che presenzio al processo aziendale contro di me.

"Non puoi entrare in ufficio truccato come Alice Cooper!"
"Non puoi metterti il collare!"
"Chi scrive in inglese sui miei soldi? Cosa vuol dire 'SHUT THE HELL UP'?"

Mi dicono che rischio di essere licenziato.
Mi dcono che mi vogliono bene e che vogliono comprendere quello che mi sta succedendo.
Io, sogghignando sardonicamente, penso a Castity che mi ama.
E che mi protegge implorante, da dentro il mio portafoglio.

I-LOVE-YOU - Capitolo 20

Ad un tratto, ieri mattina, mentre stavo aspettando sulla banchina la metropolitana che mi porta ogni giorno a lavoro, ho sentito una mano prendermi per mano.
Una mano piccola, morbida e calda all'interno e gelata e liscia all'esterno.
Ed un pollice che mi accarezzava il dorso.
Potevo portarmi quella mano a lavoro, e riporla nel mio armadietto privato.
Ma ho deciso, come se fossi solo una marionetta nelle mani di un volere feticista più grande, di portarmela a casa, ripercorrendo all'indietro la strada per il mio inferno quotidiano.
Correndo per le scale, per prendere in tempo il treno, che era appena arrivato dalla sponda opposta.
Prendendo il pullman che passa dal mio quartiere.
Camminando per il viale che porta al mio tre locali + bagno + gatto.
Sempre senza voltarmi, per non farmi portare via la mia Euridice.
Sempre senza parlare, per evitare che la sua voce accrescesse la mia illusione.
Ed entrati in casa, lei ha lasciato la presa ed io mi sono voltato, per guardarla.
E la mano che ho portato incolume fuori dall'inferno mi salutava dolcemente, mentre un viso, contratto in una smorfia di sorriso e pianto, cercava di mettere insieme un paio di parole in una lingua inventata.
Inventata da noi.

Ieri sera ho pianto tutta la notte.
E Castity piangeva con me, nello stesso letto in cui la sera prima piangevo da solo.
Ma le nostre lacrime non erano di tristezza.
Erano di gioia.
Perchè per tutta la vita io e Castity siamo stati feti.
Ed ora condividevamo una vita in due.

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