Monday, July 03, 2006

Maggot - Capitolo 8

Suona la porta, mentre io sto mangiando.
Odio dover vedere chi mi disturba, se mi disturba mentre mangio.
Ma questa è casa di Alberto, quindi è lui, a doversi scomodare.
E quindi continuo a mangiare.

Sbuffando, il mio aguzzino apre la porta ed un uomo calvo irrompe nella topaia.

“Ehi, stronzetto! Cosa cazzo hai fatto a mio figlio?”-e incomincia a scuotere un ragazzino per il bavero della camicia sintetica.
Un ragazzino che ho già visto da queste parti.
L’altro giorno stavo aspettando un pullman per andare a lavoro e lui era lì, in penombra, a orinare sul muro

“Scusi, ma...”- Alberto cerca di parlare, ma non ci riesce. Gira la testa e mi guarda, con occhi mesti.
“Scusi un CAZZO! Se si azzarda ancora a minacciare di morte mio figlio, giuro che la ammazzo!”

Il ragazzino sussura “bravo, papà”.
Il mese scorso stavo camminando in centro perchè dovevo comprare delle nuove ciabatte e lui era lì, in penombra, a bruciare dei manifesti.

“MA GUARDA SE ‘STO FIGLIO DI UNA PUTTANA MI ASCOLTA! BELLO, CHI TI CREDE DI ESSERE?”
Paonazzo l’uomo calvo sbava, digrignando i denti e serrando i pugni.

Stranamente calmo, Albie chiude gli occhi ed una dolce musica gli esce dalla bocca quasi socchiusa, in risposta ai latrati dell’uomo.
“Capisco cosa vuol dire, signore. Ma forse lei sta sbagliando. Io non ho minacciato suo figlio.
Gli ho solo detto di rispettare gli altri.
E lui mi ha lanciato un sasso.
Ora, se lei vuol fare a botte con me, lo faccia.
Mi ammazzi pure.
Ma si ricordi che la violenza non porta mai a nulla di buono...
Sa, anche io sono ben tentato dal farla fuori, visto che lei è entrato prepotente in casa mia sbraitando, ma non lo faccio.
Perchè faccio da anni corsi di karate per bambini ed insegno loro la non violenza.
Impari a non essere violento.
E sia una guida giusta per suo figlio, e non un brutto esempio.
Buona giornata!”

Il calvo ometto, come pietrificato, guarda il lento chiudersi della porta, stringendo la mano al piccolo teppista.
E Albie ha gli occhi gonfi di acqua pronta a scendere lenta.

“Ricorda Paolo. Ricorda. Molti sono gli ignoranti di pace. Compito nostro è insegnargliela. Dimmi quando finisci di mangiare, che ti rimetto la pistola in bocca....”

Maggot - Capitolo 9

La porta si apre, mentre io mangio, dopo solo pochi secondi dalla visita del capellone.
Ed è Margot.

La porta di casa di Albie sembra una porta blindata, ma, se è una porta blindata, è una porta blindata sempre aperta.
Alberto dice che ha qualcosa di marcio dentro che non la fa chiudere.
Ma, conoscendolo, credo solo che si dimentichi di chiuderla.
E quindi è sempre aperta.

Circa un mese fa, è entrato un ladro, di notte.
C’eravamo io e Maggot in casa, quella notte, ed Alberto era andato a prendere il latte al negozietto aperto tutto la notte che c’è alla fine della strada.
Meno male che Maggot aveva portato la sua fedele mazza da baseball in alluminio.

Maggot si porta sempre dietro una mazza da baseball.
Perchè adora prendere a mazzate le televisioni rotte.
Ed io adoro Maggot, perchè è l’unica che mi capisce a fondo e che mi fa sentire a mio agio quando ho finito gli argomenti di cui parlare.

Ed io la amo così tanto.
Potrei osservarla per ore provando sempre lo stesso fortissimo sentimento e....

“Cosa state facendo? A cosa vi serve quella pistola?”
Aprendo le gambe, si siede ed appoggia il petto sulle schienale. E mi manda un bacio.
“Niente, stavamo solo mangiando un panino...”- Alberto risponde, sputando pezzi di prosciutto.
“Ah, ok! E la pistola?”
“Ah, quella! Beh, quella serve per Paolo. Visto che è indeciso tra me e te, lo sto minacciando con una pistola!”
“Ah, forte! Scegli bene, amico!”-mi fa, divertita, simulando una pistola con la mano destra.

Amo Maggot, ma quando fa così non la sopporto!

capitoli precedenti capitolo iniziale

2 comments:

Anonymous said...

Bellissimo questo racconto!!! Prende tantissimo! Dovevi dirmelo prima che avevi un blog però -.-
Angela

FantasticManOfPlastic said...

Per Mrs.Cocker: Di blog ne ho addirittura due!

Grazie!