Tuesday, October 23, 2012
Pianto Antico
Visto che la panzana in questione mi piace, la reinvento come raccontino.
edit (06.11.2012): ho cambiato una frase detta dalla bimba. Così mi sembra più da bambina. Da mesi volevo cambiarla. Ed ora l'ho cambiata. Forse non noterete la differenza rispetto a prima. Ma la noto io e tanto basta.
Ieri i bambini dell'asilo di cui mi occupo mi hanno fatto una domanda.
'Dov'è la maestra Piera?' (nome di fantasia, per non mettere il nome della persona in questione)
Ed io ho risposto 'Forse è andata a studiare, bambini'.
Si alza la piccola Alice.
'Mio papà mi ha detto che la mamma è andata in cielo. E non è più tornata'.
Ed io 'Andare a studiare non è come andare in cielo'
E lei 'E chi lo dice?'
E io 'Lo dico io'
E lei 'Io chi?'
E io 'Io io'
E lei '...disse l'asino'
E io 'Mi stai dando dell'asino?'
E lei 'Hai la coda di paglia, maestro?'
E io 'FREGATA! Se fossi un asino, avrei la coda da asino'
E lei 'Nooo!''
Ha iniziato a piangere.
Ed io con lei.
Poi tutti i bambini.
La bidella, che era lì per darci una circolare, ci ha visti piangere e si è messa a piangere pure lei.
Monday, October 08, 2012
Eroina
La Bilancia
Un po’ perché non avevo nulla da fare, un po’ perché la bilancia della farmacia era molto meglio di quella che avevo in bagno.
La lancetta della bilancia in bagno era tutta da interpretare e la varie lineette del disco erano difficili da riconoscere con precisione, con un corpo intero di distanza.
Lo scontrino che mi veniva dato per i miei 50 centesimi, invece, era chiaro e fiscale, con tanto di decimali, altezza e peso ideale.
Eppoi mi serviva per darmi una regolata.
Le prime volte cercavo di raggiungere il mio peso ideale (ero di due chili sopra la media, ‘lieve sovrappeso’ secondo lo scontrino), poi ho iniziato a usare il responso per regolamentare i miei pasti durante la settimana.
Se un sabato avevo dei decimali di troppo, in pausa pranzo prendevo per qualche giorno il primo più triste.
Se un sabato invece andavo un po’ sotto, mi prendevo una fetta di torta in panetteria vicino alla stazione.
Poi mi sono accorto di Gabriella.
All’inizio non me ne ero accorto, visto che di faccia era anonima un sacco, con i suoi occhialoni ed il suo taglio di capelli a caschetto che hanno altri 20 milioni di donne nel mondo intero, poi l’ho vista lavorare.
Con gli adulti, non faceva nulla di speciale, era solo gentile in maniera standard e sembrava pure un po’ annoiata.
Ma con i vecchi ed i bambini, mamma mia, era un amore. Parlava chiaro ed era sempre una pioggia di veri sorrisi e gentili risate.
E qualche volta veniva a prendere qualcosa nel magazzino vicino al mio macchinario e mi sorrideva un ciao carico di gioia e di occhi a fessura.
Un giorno abbiamo addirittura conversato.
Eravamo solo io e lei in farmacia e, mentre stava prezzando degli omogenizzati mi fa: ‘Sai che l’altezza la dà sballata? Roba di millesimi, ma la sballa. E quindi, a valanga, sballa pure il peso ideale’.
-Ah. –faccio – vabbè. Un po’ mi dispiace, ma alla fine…
- Se vuoi, ecco, se vuoi posso regalarti due metrini per bambini. Uno lo abbiamo messo nell’area bimbi, ma ne abbiamo a iosa e uno arriva ad un metro e cinquanta e…e non mi sembri di tre metri, quindi potrebbe andare…
-Eh, ma…eh, ma io sono solo…cioè, ok, potrei segnare la misura con una matita, ma poi…poi per il peso ideale come facciamo?
-Dai, ok. Sabato prossimo siamo chiusi per inventario. Se vuoi, posso farti entrare un attimo e farlo io.
Il vecchio e la ragazza
Friday, April 22, 2011
Thursday, April 21, 2011
Fuori pioveva e Poldo e Botty erano dentro.
Botty era in periodo di batterie carenti, quindi continuava a lamentarsi e Poldo, seduto accanto a lui, lo guardava con patimento.
‘Stai sereno, amico mio,’ –pensava – ‘tra un po’ starai meglio. Ed anche questo temporale passerà presto, non avere paura!’
Carmelina a volte era un po’ troppo affettuosa, con Poldo.
A volte lo cingeva al collo e lo torturava canticchiando.
A volte, Poldo sentiva le forze venir meno e l’ultimo respiro esalare.
Poi tutto finiva e tornava a mangiare la polvere sul pavimento.
Quasi quasi era meglio subire violenza, che sopportare la noia….
Poldo aveva quasi sempre la testona abbassata, quando sedeva sul suo ripiano
Era come se salutasse con la reverenza tutti quelli che uscivano dalla porta.
Aveva letto in un libro aperto di Carmelina che chi saluta alla porta si chiamava ‘cameriere’ e che portava sempre una pila di piatti appoggiati alle braccia.
Ma forse era solo un salutatore di basso livello, visto che di piatti non ne aveva.
Per un po’, si sentì un po’ depresso a non avere piatti sulle braccia.
Poi il pensiero dei piatti venne sostituito da altri.
La gamba salsicciosa era un po’ sporca di polvere.
Enzino aveva ricevuto per natale una fuoriserie a batterie verdi fluorescenti.
Enzino e Carmelina avevano la camera in comune, quindi i giochi dei due erano sparsi senza un ordine preciso, senza una recinzione.
La fuoriserie, quindi, era proprio sotto la mensola dove di solito sedeva l’orsetto.
E l’orsetto sperava sempre di volarci dentro e partire, verso la libertà, con il suo amico robot.
E, al solo pensiero, sentiva il vento del Nuovo Messico scompigliargli una folta chioma bionda che non aveva e una canzone di Josè Feliciano pompare da dentro la radio.
Da sei mesi provava a farsi cadere, ma non ci riusciva.
Mammina sapeva metterlo seduto bilanciando il peso della testona.
Wednesday, April 28, 2010
Tuesday, April 27, 2010
Quando si annoiava, Poldo pensava a poesie da dedicare alla bella brunetta piena di pile.
Doveva essere pronto, per quando sarebbe stato rapito.
Non poteva fare brutta figura davanti a lei. Doveva vederlo sempre incredibilmente affascinante e carismatico.
E…aspetta! Come si fa, con una bocca cucita, a recitare una poesia d’amore?
E…recitare una poesia d’amore non è una cosa troppo da mollaccione?
E…se lei poi s’offende, credendo di essere amata solo per le sue pile?
Perso in questi dubbi, Poldo osservava gli uccellini giocare sul terrazzo.
Monday, April 26, 2010
L’unica cosa buona del non saper più dire nulla, era che ora poteva darsi un’aria da silenzioso meditabondo.
Aveva letto di sfuggita su un giornale femminile di Mammina che le donne vanno pazze per l’uomo un po’ introverso, un po’ chiuso, che parlava poco.
E lui parlava poco.
Anzi, non parlava proprio.
E non vedeva l’ora di essere rapito da una bella brunettina innamoratissima, possibilmente figlia di un magnate delle pile zincocarbone.